Oggi un’altra nuova serie collegata a Secret Wars: I Maestri del Kung Fu.

Pubblicata su Devil & i Cavalieri Marvel 49 raccoglie i primi due episodi di Master of Kung Fu (storia di Haden Blackman, disegni di Dalibor Talajić) e il primo di Ghost Racers (storia di Felipe Smith, disegni di Juan Gedeon) più una storia breve di Devil tratta dal primo numero dell’antologica Secret Wars Journal (storia di Simon Spurrier e disegni di Jonathan Marks)

Nei primi due episodi de i Maestri del Kung Fu viaggiamo nel dominio di Battleworld, conosciuto come K’un-Lun, una terra dominata dalle arti marziali, guidata da un imperatore selezionato ogni tredici anni da un torneo. Alla vigilia del prossimo torneo, Shang-Chi, figlio dell’imperatore uscente che domina la città da un secolo, macchiatosi dell’assassinio del maestro del pugno d’acciaio, torna in città e si scontra con gli adepti dei Dieci Anelli, i suoi vecchi compagni. Recuperato da un gruppo di reietti, il suo ritorno scatena una cascata di eventi che lo porterà a voler concorrere al torneo pur di spodestare il padre.

La serie mischia abilmente i personaggi marvel con un’ambientazione molto diversa dal solito. A parte Shang-Chi, maestro del Kung Fu anche nell’universo classico e Daniel Rand, pugno d’acciaio, sono numerosi i personaggi trasformati in una versione adatta all’ambientazione. Troviamo l’araldo, chiamato Norrin e messaggero dell’imperatore (Silver Surfer), i reietti sono tutti mutanti, in gran parte Morlock (i mutanti deformi che abitano le fogne di New York), Calibano, Callisto e Marrow, più Kitty Pryde con tanto di drago cinese che le gira attorno (come Lockheed, il suo draghetto spaziale) Rahne (Wolfsbane) e Cy (Cypher, il mutante che comprende ogni linguaggio). Anche fra gli avversari troviamo in primis l’Imperatore e la sua scuola dei dieci anelli, ovviamente ispirata al Mandarino e ai suoi anelli magici/alieni (quello vero, non la versione patetica di Iron Man 3), e fra i suoi allievi versioni alternative di Razorfist, Thypoid Mary, Darkwind e Taskmaster. Appaiono anche versioni alternative di Bullseye ed Elektra.

Caratterizzata da testi chiari ed appassionanti e disegni piacevoli e piuttosto classici, che cambiano stile seguendo l’andamento della storia con estrema eleganza, sì è rivelata una serie particolarmente interessante. Mi chiedo sinceramente perché Panini abbia tradotto Master of Kung Fu, al singolare, in I signori del Kung Fu… forse per citare l’omonimo film? Incomprensibile.

L’albo continua col primo episodio di Ghost Racers, ambientato all’interno del Killiseum, il centro divertimenti di Battleworld situato nella periferia di DoomStadt. Tema della serie è una corsa fra i vari Ghost rider. Abbiamo Carter Slade, il Ghost Rider originale degli anni 60, Johnny Blaze, il primo Ghost “moderno”, Danny Ketch, il Ghost Rider anni 90, Alejandra Jones penultima incarnazione dello spirito della vendetta e Robbie Reyes, la più recente versione. Commentati da Arcade corrono una gara senza regole, in cui i perdenti sono imprigionati e torturati fino alla prossima gara. Disegni moderni e incisivi, storia veloce anche se non particolarmente innovativa. Per ora resta un ottimo riempitivo per il terzo slot della testata.

Chiude l’albo una storia breve di Devil, qui in versione cuoco alla corte di Sinistro. Una piccola perla thriller, disegni particolari e quasi pittorici che amplificano il senso d’angoscia che permea il racconto.

Gran bel numero, perfetto per chi ama le storie di arti marziali. Non molto felice l’accostamento con Ghost Riders che ha temi e ambientazioni agli antipodi, ma lo stesso si potrebbe dire del precedente sommario della testata, che ospitava oltre a Ghost, Devil e il Punitore. Qui però le differenze sono ancora più estreme e probabilmente un monografico sarebbe stato più appetibile.

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